In tempi di emergenza COVID-19 anche la comunità scientifica ha rivisto il suo modo di comunicare, e, nell’impossibilità di organizzare convegni in presenza, si è mossa nel campo del virtuale, organizzando conferenze web che hanno permesso una maggiore partecipazione di relatori e di pubblico.

Una di queste, sul tema del patrimonio geologico, è stata la OXFORD GEOHERITAGE VIRTUAL CONFERENCE, organizzata dal Museo di Scienze Naturali dell’Università di Oxford, dal 25 al 29 maggio, con la partecipazione di circa 600 uditori da tutto il mondo e 60 relatori.

Anche le miniere valdostane sono state presenti, con una breve presentazione intitolata “Da giacimenti minerari a risorsa geoturistica: la valorizzazione delle miniere dismesse nelle Alpi italiane”, curata dal Geol. Enrico Zanoletti e dai dottori Forestali Davide D’Acunto e Fabio Marguerettaz, che sono i gestori della Miniera d’Oro Chamousira di Brusson.

Nella loro relazione, si è spiegato perchè e come le miniere siano un elemento del patrimonio geologico, dato che esse rappresentano un elemento di interesse multidisciplinare, che spazia dalle Scienze della Terra fino alla Storia (locale e nazionale), passando per la lettura del paesaggio e le innovazioni tecnologiche. Quindi si sono presentati gli esempi maggiori presenti nelle Alpi italiane, tra cui il Parco Minerario della Valle d’Aosta, per concludere sulle modalità di valorizzazione del patrimonio minerario in chiave geoturistica: fondamentali risultano essere l’avere un supporto legislativo specifico su questi temi (patrimonio geologico e minerario), l’interesse multidisciplinare di un sito ex-estrattivo e il lavoro in rete con altre realtà simili. E proprio in merito a quest’ultimo punto, si è evidenziata l’esistenza della Re.Mi. (Rete dei Parchi e dei Musei Minerari) e di progetti internazionali sul tema (Mi.Mo, MiMonVe e MINERALP).